Walter Nones

Walter è nato a Cavalese (Tn) il 05.11.1971

E’ cresciuto a Sover, piccola località della Val di Cembra in provincia di Trento ai piedi della catena del Lagorai.

Si avvicina alla montagna fin da giovanissimo, inizia a scalare all’età di 14 anni, attività che lo appassiona e sarà la base del suo percorso alpinistico. Diventa Guida Alpina Civile, Istruttore scelto di alpinismo e maestro di sci nel corpo speciale dell’Arma dei Carabinieri, nonché soccorritore presso lo stesso corpo.

Pratica scialpinismo e partecipa alle principali competizioni fino al 2005, diventa in seguito Giudice di gara.

Apre alcune vie alpinistiche in Dolomiti, conta diverse salite sulle Alpi e sulle più importanti montagne europee.

La prima esperienza in Nepal lo vede tracciare una nuova linea sul Lobuche Peack, In Alaska sale il McKinley e in Argentina l’Aconcagua.

Nel 2004 gli viene offerta l’occasione di salire il k2, arriva in vetta senza fare uso di ossigeno supplementare. Questa esperienza è molto importante per lui, il suo fisico risponde bene alla quota e inizia a studiare nuovi giganti Himalayani. Non si trova a proprio agio in grandi spedizioni e sente il bisogno di partire con un ristretto gruppo di compagni con i quali condividere amicizia, fatica e emozioni lungo nuove linee ancora da scoprire.

Nel 2006 con Karl Unterkircher, Simon Kehrer e Gerold Moroder parte per esplorare la zona del Kham (Sichuan), regione del Tibet alla scoperta delle montagne del Gyalthang. Nello zaino solo un’immagine della zona, che dal dal satellite appare come un grande cervello .Una vera avventura che lo affascina e appaga la sua curiosità.

Grazie all’aiuto delle popolazioni locali e dei monaci Gelugpa riescono ad individuare la loro meta. Salgono lungo l’inviolata parete Nord del Mount Genyen e scendono dal versante opposto. La zona è un paradiso per gli occhi degli alpinisti, ovunque montagne inviolate da scalare.

Li accompagnano Leonardo Pagani (medico), Armin Widman (regista) e Hans Peter Carbon ( cameramen), che produrranno un documentario sulla spedizione e su questi luoghi magici ricchi di spiritualità.

Das Geheimnis des Genyen ” Il segreto del monte Genyen . Arminius film.

La presentazione in lingua originale: https://www.youtube.com/watch?v=FsaDM6Fe0ZE

Nel 2008 sempre con Karl Unterkircher e Simon Kehrer si sposta in Pakistan, sono un bel gruppo molto affiatato, con loro solo un cuoco locale, l’aiutante e l’ufficiale di collegamento. Il campo base è sistemato nel verde, sotto l’imponente massiccio del Nanga Parbat.

Durante la fase di acclimatamento arrivano in vetta al Chongra Sud, mentre sul Chongra Nord aprono una nuova via lungo lo spigolo Sud Ovest. L’obiettivo principale è però l’inviolata parete  Rakhiot del Nanga Parbat.

A 6350 m. Karl perde tragicamente la vita cadendo in un crepaccio, la speranza di Walter e Simon di trovarlo in vita si spegne non appena riescono a raggiungerlo. Impossibilitati a scendere continuano a salire lungo la linea che insieme a Karl avevano individuato. Sarà un’ascesa sofferta per la perdita di un caro amico e per chi a casa lo stava aspettando. Gli dedicano la loro impresa , la via, e il libro  “E’ la montagna che chiama” scritto a due mani a con Simon. Omaggio ad un grande Alpinista, compagno di tante avventure ma soprattutto un amico.

Walter, vive la sua passione in modo pulito, con un sentimento sincero, il suo modo di misurarsi con la montagna è leale e ne conosce i rischi, prova profonda gratitudine per ogni vetta raggiunta perché sa che il successo non è mai scontato. Per lui Il k2 o il Crozzon del Brenta per esempio, pur avendo difficoltà alpinistiche differenti, sono in grado di regalargli emozioni di pari intensità.

Ha un occhio di riguardo verso i giovani perchè vede in loro il futuro dell’alpinismo. Secondo molti non c’è più nulla da scoprire, lui invece è convinto che esistono ancora tante possibilità, in luoghi poco conosciuti o lontani dall’afflusso di massa.

Aveva ancora tanti progetti da realizzare piccoli grandi sogni nel cassetto, sono ancora lì, in attesa che qualcuno, con la stessa curiosità, la stessa passione e lo stesso rispetto verso le montagne, lo apra e ne tiri fuori qualcuno.

Il 3 ottobre 2010 perde la vita mentre sta aprendo una nuova via sulla parete Sud Ovest del Cho Oyu in Tibet.

Lui si presentava così:

“Mi chiamo Walter Nones sono nato a Cavalese (TN) vivo con mia moglie Manuela e i miei piccoli monelli Patrik ed Erik.

Ho amato la montagna fin da piccolo. All’età di 14 anni ho iniziato a scalare sulle Dolomiti per scoprire cosa si vedeva da lassù.

Ancora oggi vado in montagna con lo stesso spirito e provo le stesse emozioni di quando ero bambino, ma una volta arrivato in vetta cresce nel mio cuore il desiderio di ammirare nuovi orizzonti e siccome sono un tipo curioso non posso fare altro che continuare a salire.

Non mi interessa la corsa agli 8000 anche se in alta quota mi trovo a mio agio. Le spedizioni le amo perché mi danno la possibilità di visitare luoghi nuovi a volte inesplorati e incontrare persone con culture diverse, grazie a loro ho imparato ad apprezzare molte cose che prima ritenevo banali.”